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Rallentamento

Rallentamento

Erano ormai più di tre mesi che la vita di Francesco Murgia si svolgeva al rallentatore.

Compiva tutte le sue attività quotidiane come se fosse un uomo di novant’anni. Non era normale, perché aveva superato da poco i cinquanta. Era stato tentato di andare dal medico, perché certamente doveva esserci sotto una malattia insidiosa. Ma rimanda oggi, e rimanda domani, si era abituato a quel nuovo ritmo, e l’aveva accettato come ineluttabile. Ovviamente aveva dovuto rinunciare alle partite di calcetto con gli amici e ad altre attività troppo impegnative sul piano fisico ed emotivo. Andava al lavoro guidando l’automobile come uno dei tanti vecchietti che sino a poco tempo prima aveva riempito di contumelie, mentre li superava con una rabbiosa accelerata. Svolgeva il suo lavoro con cura come prima, ma più lentamente. Per riuscire a svolgere la stessa quantità di lavoro di prima aveva dovuto sopprimere le pause: niente giochi al computer, niente passeggiatine al bar.

Tornava a casa spossato.

Mentre saliva al piano superiore per cambiarsi, doveva fermarsi a metà della rampa di scale per riprendere fiato.

Mangiava poco, senza provare piacere. Poi si dedicava agli unici svaghi che si poteva permettere: la lettura, e l’ascolto della musica. Sopraggiungeva un quieto stordimento, ed egli sprofondava in un sonno profondo, dal quale si sarebbe risvegliato, la mattina dopo, stanco esattamente come quando si era addormentato.