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Un giorno di ordinaria follia

Un giorno di ordinaria follia

Dopo aver visto un film intitolato “Un giorno di ordinaria follia”, Samuel Pimentel cominciò a fantasticare.

Decise infine di intraprendere un lungo viaggio da Treviso alla Calabria, allo scopo di uccidere l’ex moglie e di rapire la figlioletta. Quanto al finale, doveva ancora deciderlo, ma ne avrebbe avuto il tempo durante le lunghe ore di autostrada.

La preparazione fu accurata ma molto rapida. Si procurò una mimetica e diverse armi da guerra (due pistole calibro nove, un fucile mitragliatore, persino un bazooka, anche se non aveva un’idea precisa di come utilizzarlo), e partì intorno alle nove di sera.

Alle prime luci dell’alba, era di fronte alla villetta che era stata la sua casa.

Scese con circospezione, portandosi dietro solo le due pistole.

Voleva passare dal retro, ma fu attirato da una macchia bianca al centro della porta d’ingresso.

Avvicinatosi, vide che si trattava di un foglio di carta sul quale stava scritto “affittasi”, col nome e il numero di telefono di un’agenzia immobiliare.

Improvvisamente ricordò che Michael Douglas telefonava di continuo alla ex moglie, e in questo modo poteva verificare costantemente la sua presenza in casa.

Si diede del cretino, e con sollievo prese la strada del ritorno, che affrontò con apparente distacco.

Ascoltò innumerevoli volte l’ultimo CD dei Monsieur Shamour.

Pianse.

Si fermò in una stazione di servizio, si lavò la faccia e, guardandosi allo specchio, esclamò: «una notte di ordinaria imbecillità».