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Conviene investire sulla giustizia penale

Conviene investire sulla giustizia penale

Ogni governo si propone di ridurre i “tempi della giustizia”, naturalmente a costo zero.

Ciò è possibile solo in misura molto limitata. È ben vero che con una organizzazione più efficiente si possono ottenere riduzioni nella durata media dei procedimenti, ma se si vuole che questa riduzione diventi significativa occorre spendere, per personale (non solo magistrati) e strutture.

Eppure leggiamo solo di progetti di riforma della procedura civile.

Intendiamoci: si tratta di qualcosa di molto utile, se fatta con certi criteri, come ho cercato di spiegare qui.

Tuttavia credo sia arrivato il momento di investire pesantemente sulla giustizia, magari sottraendo risorse ad altri “capitoli” di spesa pubblica meno essenziali per il nostro futuro.

Credo anche che la maggior parte delle risorse vadano impiegate per la giustizia penale, ove esse hanno la tendenza ad avere una maggiore “redditività”.

Spiego perché.

Negli ultimi dieci anni pare che l’arretrato nel settore civile abbia invertito la tendenza. È diminuito. Le cause durano ancora tanto, ma leggermente di meno, sia pure in modo non uniforme nel territorio nazionale.

Questo risultato è l’effetto di misure di organizzazione (a partire dal processo telematico), ma anche, verosimilmente, del progressivo aumento dei costi per l’accesso alla giustizia, e in particolar modo del contributo unificato per l’iscrizione a ruolo delle cause.

Paradossalmente, si può ipotizzare che la lunghezza delle cause contribuisca a tenere sotto controllo l’arretrato, nella misura in cui induce una parte di coloro che avrebbero interesse ad avviare una causa a rinunciarvi.

Molto probabilmente, se i tempi medi delle cause si dimezzassero, si ridurrebbe il numero delle rinunce. Un processo civile breve renderebbe più allettante la prospettiva di iniziare una causa.

Perciò un pesante investimento sulla giustizia civile sarebbe almeno in parte vanificato dal possibile aumento delle nuove cause.

L’esatto contrario si può ipotizzare per il processo penale.

Il processo breve rende meno convenienti atteggiamenti dilatori da parte degli imputati, e più conveniente l’accesso a riti premiali, a partire dal patteggiamento, che potrebbe essere esteso a tutti o quasi i reati.

Non solo: con un processo penale rapido, è verosimile che diminuirebbe anche la propensione degli individui a commettere reati, il che farebbe diminuire sia il numero dei processi, sia la durata di quelli residui.

In conclusione, la nostra giustizia può funzionare, e rassegnarsi al suo malfunzionamento non è razionale.

Servono meno riforme del processo, e più risorse, gran parte delle quali andrebbero impiegate nel processo penale.