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Il digiunatore

Il digiunatore

Armando Molteni non lo sa, ma sta consumando l’ultimo pasto della sua vita.

E’ il 31 luglio, e Armando, dopo aver letto diversi libri sull’argomento, ha deciso di iniziare un lungo digiuno. Spera che ciò lo libererà dalla psoriasi e farà ridurre, oltre al suo peso corporeo, le dimensioni della sua prostata, senza necessità di interventi invasivi.

Consuma una lauta cena a base di pesce, annaffiata da una buona bottiglia, che finisce per scolarsi interamente.

E’ il 5 agosto. La psoriasi è sparita. Sparita anche una cisti sebacea che Armando aveva da anni, e con la quale si è ormai abituato a convivere. Ha perso quattro chili, ma si sente bene, come forse non è mai stato.

L’8 agosto, Armando raggiunge il cosiddetto stato di grazia. Ora capisce perché i grandi mistici erano quasi tutti grandi digiunatori. Il digiuno ripulisce dai veleni sia il corpo che la mente. Si accorge che la sua lingua è diventata marrone, ma è preparato. Sa che ad un certo momento tornerà rosa e che quello sarà il momento, secondo molti medici, nel quale dovrà interrompere il digiuno.

Il 27 agosto la lingua torna rosa. Armando ha perso 14 chili, ha un ottimo aspetto, e prova un intenso senso di beatitudine. Decide di proseguire il digiuno sino a quando non gli tornerà la fame.

Il 15 settembre ad Armando torna la fame. Una fame sana, che non provava da tanto tempo. Decide che il giorno dopo riprenderà a mangiare. Comincerà con frutta e verdura, e dopo una settimana tornerà alla sua dieta normale, basata anche su carne, pesce, uova.

Quella notte, però, Armando muore nel sonno, dopo aver perso 17 chili. Il suo cuore, a causa di una malformazione mai diagnosticata, smette di battere. Il suo corpo sarà trovato tra qualche giorno, in avanzato stato di decomposizione. La sua morte prematura sarà, a torto, attribuita al digiuno. Sui giornali si parlerà di lui come di una persona stravagante, che aveva smarrito il senno. Tra i lettori ci sarà qualche battutina triste sulla sua sorte.

Poi l’oblio.