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L’imbroglione

L’imbroglione

«Piero, sono esterrefatta», dice Eva.

«Sono mesi che ci incontriamo, che facciamo l’amore, e oggi mi dici finalmente che non sei in attesa della sentenza di divorzio, come mi avevi detto all’inizio, ma che stai avviando la causa di separazione, e addirittura vivi ancora con tua moglie».

Piero la guarda sbigottito, poi inspira profondamente e rimane pensieroso per circa mezzo minuto.

«Eva, penso che tu ricordi male», dice infine.

«Ti ho detto fin dall’inizio come stavano le cose, poi non ne abbiamo più parlato e magari ti sei fatta un’idea diversa, ma io che c’entro? ».

«D’altra parte», aggiunge, reso speranzoso dal silenzio di lei, «se ti avessi voluto mentire all’inizio, perché non avrei dovuto continuare a farlo? Come stanno le cose te l’ho detto io, mica l’hai scoperto autonomamente…».

Eva fissa Piero a lungo, poi scuote la testa e parla, in modo definitivo.

«Sei un imbroglione», dice secca, «un abile imbroglione, sì, ma un imbroglione. Ed io che pensavo di costruire una vita insieme a te, ad un imbroglione».

Ciò, detto, se ne va sbattendo la porta.