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Lo scimunito

Lo scimunito

Berto è un uomo di mezza età affetto da un lieve ritardo mentale, che nel suo paese viene considerato alla stregua dello scemo del villaggio. Spesso i compaesani si riferiscono a lui, senza compassione, usando l’espressione ‘lo scimunito’.

Dopo la morte della madre Berto ciondola per il paese salutando tutti e facendosi salutare. Si sente molto popolare, e questo è sufficiente per farlo sentire bene per la maggior parte del tempo. Non si rende conto delle smorfie di disgusto che qualche compaesano si lascia scappare, vedendo la piccola bava che gli cola costantemente da un lato della bocca.

Il suo passatempo preferito, tuttavia, è aggirarsi per il supermercato che sta nel centro del paese, ed osservare con cupidigia le massaie che fanno la spesa. Soprattutto quelle formose, di mezza età, che sono le sue preferite. Si pianta dietro di loro ed immagina di vederle nude. Nei momenti di particolare perversione interloquisce con qualcuna di esse, esibendosi in penosi doppi sensi. Il reparto frutta e la macelleria sono il suo teatro più congeniale. Le massaie sono tolleranti, lasciano fare, e magari gli regalano un sorriso di compatimento.

Un giorno Berto perde il controllo.

Sfoga la sua sessualità repressa sfregandosi sulle natiche di una sua vicina di casa, che si era chinata per prendere un barattolo di pelati. Borbotta una scusa, fingendo che si sia trattato di un contatto involontario, necessitato dallo spazio ristretto, e scappa via soddisfatto.

La sera Berto entra col suo consueto passo incerto nel vicoletto scuro che porta a casa sua. Mentre infila la chiave nella toppa, nota nell’ombra una figura bassa e scura, in fondo alla strada. Spaventato, cerca di accelerare l’operazione di apertura della porta, ma proprio mentre la tira a sé, avverte un dolore sordo. Un oggetto, probabilmente metallico (un cric?), si è abbattuto di traverso sul suo volto.

Berto oscilla come un ubriaco, poi stramazza a terra, con la mandibola fratturata. Fa ancora in tempo a ricevere un calcio nei reni, e a sentire il sangue che gli esce dalla bocca. Ode un voce minacciosa, che riconosce come quella del marito della vicina molestata quella mattina: «Non tornarti a permettere, scimunito!», e perde i sensi.