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Nella foresta incantata

Nella foresta incantata

Linda correva affannosamente, inseguita dal maniaco. Questi ormai si avvicinava progressivamente, e stava per raggiungerla. Sentiva che ormai era sua, e pregustava il momento in cui l’avrebbe sopraffatta.

Linda fece un tentativo disperato, infilandosi in un punto nel quale la vegetazione era molto fitta. Lui si buttò a capofitto nella stessa direzione, e sentiva chiaramente il respiro affannoso di lei a pochi metri di distanza.

Ad un certo punto, non percepì più alcun rumore. Allora si fermò, tese l’orecchio, ed ascoltò. Nulla. Riprese la marcia, con circospezione, e si diresse verso un raggio di luce che filtrava tra gli alberi. Sbucò in una radura, si guardò attorno, e la sua eccitazione svanì improvvisamente.

A venti metri da lui, un triceràtopo adulto, del peso di almeno quattro tonnellate, lo guardava con fastidio. Egli si sentì mancare.

Ricordava che il triceràtopo era erbivoro, ma ciò non lo rassicurò affatto, quando quello mosse verso di lui. E gli toccò stavolta di fuggire, e di essere inseguito poco tempo dopo essere stato inseguitore…

Quando l’animale preistorico raggiunse l’animale contemporaneo, e gli fu sopra, fracassandogli le fragili ossa e riducendolo ad una ridicola massa sanguinolenta, il sole iniziò a tramontare; e fu come se, di colpo, la storia non fosse mai esistita.

La quiete primordiale regnò incontrastata, mentre il triceràtopo, lento, tornava nella foresta incantata dalla quale era uscito.