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Sono morto

Sono morto

Sono morto.

Non in senso figurato.

Il mio cuore non batte più. Non entra e non esce aria dai miei polmoni.

Allora come faccio a dire che sono morto?

I morti non parlano.

Quindi: o sto mentendo, o parlo in senso figurato.

Eppure posso vedere il mio cadavere avvolto nel sudario, e i miei familiari che ascoltano il rabbino mentre tesse le mie lodi.

A dire il vero, non sento quello che dice il rabbino, ma LO SO.

Sembra che il mio udito non funzioni, eppure so quello che le persone stanno dicendo, e persino quello che stanno pensando davanti al mio cadavere, mentre io sono fuori da esso.

Perché tutto questo non mi sorprende? Dovrebbe.

Ricordo bene di aver letto qualcosa, resoconti di persone che sembravano morte, ma poi hanno ripreso a vivere come se niente fosse. Hanno raccontato di aver visto il proprio cadavere e le persone intorno ad esso, prima di rientrarvi e riprendere la vita pregressa, quella ordinaria.

I casi sono due: o sta per succedere a me la stessa cosa — improbabile, ma non si sa mai — oppure sto proseguendo a vivere senza il mio corpo.

So per certo che non sto sognando, tutto questo non ha nulla che vedere con un sogno. Sto vivendo fuori dal mio corpo.

Sarà la cosiddetta vita eterna, quella dopo la morte?

Non ci ho mai creduto, e non ci credo neppure ora.

La cosa più verosimile mi sembra questa: sto vivendo solo un sussulto di vita terrena, che tra poco si esaurirà, seguita dal buio eterno.

È una prospettiva che, durante la mia vita normale, più di una volta mi ha atterrito.

Ora mi lascia indifferente. Come tutti i problemi che mi angustiavano sino a poche ore prima che il mio cuore si fermasse.

Forse è per questo che ho fatto il gesto di respingere le persone che hanno cercato, senza successo, di rianimarmi.

Sentivo, evidentemente, che la strada sulla quale mi stavo incamminando avrebbe fatto scomparire tutto, mi avrebbe liberato da ogni dolore, da ogni preoccupazione.

Da ogni debito.

Ora nessuno può pretendere nulla da me.

Sono libero, finalmente.

Sono morto.