Un figlio
- Aprile 07th, 2014
- Agostino Mario Mela
- Raccontini
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La vedova Bürstner tornò a casa affranta.
Un’automobile aveva schiacciato una ruota del suo carrello portaspesa, rendendolo inservibile. L’automobilista, lungi dallo scusarsi e dal risarcire il danno, l’aveva insolentita, dicendole che avrebbe dovuto starsene a casa col suo trabiccolo, e ringraziare che l’automobile non era stata danneggiata.
Il figlio Adolf ascoltò il suo racconto con aria apparentemente distratta, ma lasciò che l’anziana madre, al termine del racconto, gli facesse scivolare in mano un bigliettino scritto con grafia incerta. Riportava il numero di targa dell’automobile.
Due giorni dopo, a notte avanzata, una figura magra e scura fece la sua comparsa nella strada ove era parcheggiata l’automobile. Portava un passamontagna ed un maglione neri, calzoni di mimetica e anfibi. Da una tasca laterale dei calzoni estrasse un oggetto scuro, che si palesò come una fionda. Dalla tasca laterale dell’altra gamba estrasse alcuni piccoli oggetti. Erano biglie d’acciaio.
Pochi minuti dopo una gragnuola di quei piccoli proiettili si infranse sui cristalli dell’automobile, i quali, dopo un’iniziale resistenza, andarono tutti in frantumi.
Mentre era in corso l’assalto, una tapparella si sollevò furiosamente dal piano superiore della casa, davanti alla quale era parcheggiata l’automobile. Un omone si affacciò, e vomitò la sua ira verso l’aggressore scuro. Questi però non se ne curò, e continuò il suo lavoro mentre l’altro sbraitava.
Solo quando l’ultimo cristallo fu vinto, con una mossa repentina pescò di nuovo qualcosa nella tasca delle biglie, e con gesto elegante la portò alla fionda. Solo in quel momento parve accorgersi dell’uomo affacciato alla finestra. Costui non fece in tempo a ritrarsi, fu raggiunto da una biglia sulla fronte, ed iniziò ad urlare di dolore.
Il fromboliere non si scompose, riprese ad approvvigionarsi dalla tasca dei pantaloni, e con meticolosa precisione infranse tutti i vetri delle finestre accanto a quella che era stata imprudentemente aperta dal proprietario della casa.
Per un attimo rimase fermo, come se volesse contemplare il risultato dell’operazione appena conclusa.
Insoddisfatto, pescò ancora una biglia, e con un unico, magistrale tiro distrusse il fanale che sormontava la porta d’ingresso. Rimise la fionda in tasca e si allontanò senza fretta, incurante dell’agitazione che l’accaduto aveva appena provocato nel vicinato.