Una nuova vita
- Agosto 15th, 2020
- Agostino Mario Mela
- Raccontini
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Quando il marito, tornato dal lavoro prima del solito, apre la porta di casa, Dina ha appena iniziato a scrivere il biglietto, col quale intendeva informare l’uomo del fatto che lei, in quella casa, non l’avrebbe vista mai più.
Straccia tutto.
Riflette su come spiegare a quell’uomo che oggi ella pone termine a quarant’anni di abusi fisici e psicologici.
È stato il primo uomo della sua vita. Pensava che sarebbe stato l’ultimo, anche quando si è resa conto che non c’era affinità tra di loro, che egli, uomo corpulento e rozzo, era quanto di più lontano dal suo uomo ideale potesse immaginare.
Anche quando, dopo essere rimasta incinta del loro unico figlio, egli l’ha costretta a rinunciare al suo lavoro di infermiera, così rendendola definitivamente dipendente da lui.
Anche quando egli, insofferente delle lungaggini dei preliminari, ha trasformato i loro rapporti sessuali nello sbrigativo espletamento di funzioni fisiologiche.
Anche quando egli ha iniziato ad imporle quei rapporti con la forza, rendendoli sempre più brutali, avendo scoperto che la sofferenza di lei gli procurava piacere.
Ed avrebbe ancora resistito a quelle vessazioni, la povera Dina, se non avesse conosciuto Antonio Giuseppe, un maestro elementare in pensione che l’aveva assoldata per praticargli una serie di iniezioni che gli erano state prescritte dal medico.
Sin dal primo incontro percepisce che dietro i modi cortesi di Antonio Giuseppe si cela una spiccata delicatezza d’animo.
Egli, più anziano di lei, vedovo, la trattiene regolarmente dopo l’iniezione, invitandola a consumare un tè con lui.
Durante la degustazione le parla della sua vita passata, e la invita a fare altrettanto.
Per la prima volta nella sua vita, Dina conosce il piacere della conversazione con un uomo.
Quell’uomo mite, dalla parlata lenta, con lunghe pause, pian piano la mette a suo agio, le fa abbandonare la sua diffidenza. La convince a rivelargli le miserie della sua vita.
La reazione dolente dell’uomo la persuade che egli provi pietà per lei.
Null’altro si aspetta da un uomo la povera Dina, donna appesantita dagli anni e da una vita infelice.
Poi capisce che c’è qualcos’altro.
Le iniezioni finiscono, ma egli le propone di proseguire gli incontri per continuare a conversare con lei durante la degustazione del tè. È disposto a pagare come se ella proseguisse a praticargli le iniezioni.
Dina accetta di buon grado, ma rifiuta il compenso. Lo farà per puro piacere.
Ogni giorno Dina attraversa il paese con la sua andatura stanca per raggiungere la casa di Antonio Giuseppe, per prendere il tè e conversare con lui.
Così, Dina conosce l’amore.
Sono passati mesi, e ora il tè non basta più.
Il marito sbalordito vede le valigie, che ella ha riempito delle sue povere cose, quelle essenziali.
Le chiede spiegazioni, col suo consueto tono brutale, ella è tentata di alzare la voce, di lasciarsi andare all’ira, poi fa un lungo respiro e: «È semplice», dice, «da oggi io vivrò con l’uomo che amo».
Mentre il marito la guarda incredulo, Dina apre la porta e la supera insieme alle sue valigie.
Respira a pieni polmoni e, senza voltarsi indietro, si avvia verso la sua nuova vita.